Formato: 16,5x24 cm Pagine: 192 Colore: b-n Caratteristiche: brossura
Rosie si trascina ogni mattina sino a scuola e sempre più spesso non entra. Se ne torna a casa ad annoiarsi nel tentativo che il tempo passi. Il tempo a tredici anni è un concetto strano. Soprattutto dopo che i suoi genitori l'hanno lasciata sola a doverlo gestire. La madre ha seguito all'estero un altro uomo e il padre lavora fuori città per lunghi periodi. I giorni passano tutti uguali e Rosie calcola la distanza tra le proprie esigenze e il mondo che c'è fuori. Poi incontra qualcuno che la capisce, con le sue ansie e le sue incertezze. Stare in silenzio ore ad ascoltare la Mano Negra e i Bauhaus tra i poster dei Crass e di Robert Smith e percepire l'inquietudine che accompagna la trasformazione della propria identità. Rosie non sa come si fa a non sentirsi estranea e inadatta. Ma oltre la musica, oltre i dischi, c'è un modo diverso di vivere, stando ai bordi del mondo. Guardando dritto davanti a sé.
Formato: 21x29,7 Pagine: 128 Colore: b-n Caratteristiche: Brossurato
Tutto parte da un'opera d'arte. Ogni scrittore ne trae una storia alla quale viene affidato un disegnatore per diventare un racconto per immagini. Nove giovani studenti e studentesse dell'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino con stili, segni e intenzioni diverse si fondono con il proprio racconto per crearne una storia. Avete tra le mani un libro che per sua natura è un viaggio fatto di percorsi narrativi e di comunicazione diversi che si intrecciano in un unico progetto unendo parole e disegni.
Formato: 16,5x24 cm Pagine: 128 Colore: b-n Caratteristiche: Brossurato
Cinque ragazzi. Cinque diversi aspetti dello stesso quartiere: un anonimo grigio cemento anni '70, fuso con un'illusione di verde urbano, in cui esistere.
Misantromorfina è il racconto feroce e surreale di un gruppo di amici che non può vivere senza farsi del male. Si feriscono senza rimorso e preferiscono il dolore, proprio o altrui, alle relazioni umane inconcludenti che li legano.
Armin Barducci ci racconta la cattiveria e il gusto per l'odio di cinque anime geneticamente caratteriazzate da bisogni frustrati e aspirazioni abortite.
Ma il gusto per l'improbabile e per l'assurdo dell'autore crea una narrazione unica nel suo genere, da cui sono banditi i pietismi e i moralismi dell'indagine sociologica e gli stereotipi sulla violenza "facile". Questa graphic novel è una semplice storia di quartiere, una storia del volersi male.
Federica è in vacanza coi nonni in montagna. Ha appena finito le medie e non è sicura di aver scelto il liceo giusto a cui iscriversi. È indecisa, ma non ha neanche voglia di pensarci. C'è Noemi a riempirle le giornate, con la sua voglia di divertirsi, di fare festa, di fare cose interessanti, lei che è più grande ma la porta sempre con sé, anche in discoteca. Ma ora, dopo un lunga notte passata a ballare, bere le sue prime vodkine e fare casino, Federica non si ricorda un granché e Noemi non le risponde al cellulare. Anzi, Noemi non si trova proprio da nessuna parte. Federica non si sente tranquilla, potrebbe esserle successo qualcosa di brutto, anche se sembra non importare a nessuno. E poi ritrova il cellulare dell'amica al residence dove sta, come fa ad averlo perso? E soprattutto se il cellulare è lì, che fine a fatto Noemi?
Questo libro è una rivendicazione del diritto a essere non identificabili secondo gli stereotipi fisici e psicologici del genere e parla a tutte le persone che non si sentono indentificabili in una norma o in un genere. È un manifesto di rivendicazione del proprio percorso, ma anche un appello a tutte quelle persone che in questo percorso si riconoscono. Una chiara spiegazione di quanto è urgente ripartire da un approccio trasfemminista.
Servendosi di riferimenti a creature mitologiche, personaggi letterari, cultura pop, e mescolandone le storie con esperienze reali, l'autrice racconta la vita delle persone transgender, e il loro essere costantemente sottoposte al giudizio delle persone, della società, le regole, i paletti imposti dai percorsi psicologici e medici di transizione.
Uno scritto denso che l'autrice rende davvero accessibile grazie alla sua verve ironica e dissacrante.
Le storie senza dialoghi disegnate da Joan Cornellà, tinte dal cinismo e dalla sua personale ricerca estetica, cercano di scioccare attraverso l'assurdo. Dietro il loro aspetto quasi infantile, i disegni nascondono un'autentica violenza, a volte gratuita e surrealista, che non sarebbe probabilmente dispiaciuta a due precursori del genere come Bunuel e Dalì. Anche se si inseriscono a pieno titolo nel mondo del fumetto per l'impostazione a vignette e per il taglio delle storie, le tavole di Joan Cornellà possono anche essere osservate e ritenute come delle opere di arte pittorica del 21° secolo, non a caso anche il mondo dell'arte gli ha dedicato molte attenzioni.