Formato: cm 14,8 x 21,0 Pagine: 64 Colore: Colore Caratteristiche: Cartonato
Sotto terra perché lontano dalla vista e dai nostri sensi.
Sotto terra perché lontano dalla luce.
Sotto terra perché è lì che si annida il perturbante.
Sotto terra perché è lì che si mettono a dormire i morti e si trovano le ossa.
Sotto terra perché per Lewis Carroll era lì il paese delle meraviglie.
Il primo manoscritto, creato per la piccola Alice Liddell, si intitolava infatti "Alice's adventures under ground".
A tre anni dall'uscita di #AliceSottoTerra, #logosedizioni ripropone una nuova edizione ampliata, con l'aggiunta di 7 tavole e nuovi spassosi personaggi, di questo omaggio dell'autore e illustratore Stefano Bessoni al genio di Lewis Carroll. Liberamente tratto da Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo specchio, il libro è un taccuino di viaggio con schizzi e appunti sugli abitanti del paese delle meraviglie, un "bestiario" stilato con lo sguardo di un naturalista dall'animo vittoriano, diviso tra la passione per gli insetti, gli scheletri, gli spettri, la fotografia... È un piccolo viaggio tra gli abitanti del sottosuolo visti con uno sguardo personale, macabro, quasi da "intruso", dove Alice diviene una di loro, perfettamente calata in quella realtà ribaltata che dovrebbe invece meravigliarla.
L'autore:
Stefano Bessoni, regista, illustratore e animatore stop-motion, nasce nel 1965 a Roma, dove si diploma all'Accademia di Belle Arti. Dal 1989 realizza film sperimentali, installazioni videoteatrali e documentari, suscitando l'attenzione della critica. Negli anni '90 lavora per alcune società di produzione televisiva come operatore, direttore della fotografia e montatore. È stato docente di regia cinematografica presso la NUCT a Cinecittà e presso l'Accademia Griffith di Roma. Ha tenuto e tiene numerosi workshop in Italia e all'estero, presso scuole e festival specializzati. Insegna inoltre illustrazione e animazione stop-motion presso La Fabbrica delle Favole a Macerata.
Diversi i riconoscimenti ricevuti con i suoi ultimi film Canti della forca, riconosciuto di interesse culturale nazionale da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, e Krokodyle, miglior film fantasy al 6° CINEFANTASY a San Paolo in Brasile, miglior film internazionale a PUERTO RICO HORROR FILM FEST 2011, Menzione Speciale al SITGES 2011 – 44° Festival Internacional de Cinema Fantastic de Catalunya, che si aggiunge a quella ottenuta al FANTASPOA 2011.
Con #logosedizioni ha pubblicato: Alice sotto terra (disponibile anche in inglese e in spagnolo), Canti della forca (disponibile anche in inglese), Homunculus, Mr Punch, Pinocchio, Stop-motion. La fabbrica delle meraviglie, Workshop di stop-motion. Primo livello e Wunderkammer.
Formato: cm 21,0 x 28,0 Pagine: 96 Colore: Colore Caratteristiche: brossurato con alette
Caboto? Cabot? Gavotto? Caputo? Gaeta? Di colui che fu Piloto Mayor del Regno di Castiglia per trent'anni e a cui si attribuisce il merito di aver tracciato il primo mappamondo non sappiamo con certezza neppure il nome. Di sicuro l'uomo noto ai più come Sebastiano Caboto nacque a Venezia, figlio dell'esploratore Giovanni Caboto, intorno agli anni 1477–1484, fu presto condotto in Inghilterra e tra questa e la Spagna divise per tutta la vita i suoi servigi di cartografo ed esploratore. Alcuni dicono che fu un ciarlatano, bugiardo e intrigante.
Fin da quando Jorge Zentner iniziò a lavorare al testo, gli fu subito chiaro che il "racconto storico" al quale si accingeva in realtà non poteva che essere un "racconto del mistero".
Scrivere una biografia era impossibile: sarebbe stato come tentare di navigare per mari ignoti con l'ausilio di poche mappe incomplete e imprecise. Ma della mancanza di testimonianze certe e coerenti, l'autore e l'artista decisero di avvantaggiarsi, scegliendo di porre proprio il mistero al centro della loro opera.
Le riflessioni sulla possibilità di narrare questa storia prendono così corpo nel lento monologo del narratore alle prese con una biografia ricca di lacune, le stesse delle carte geografiche di fine XV secolo, in cui vastissime zone inesplorate erano ancora bianche o contrassegnate da un punto di domanda. Rendendoci partecipi del proprio flusso di coscienza, il narratore cerca di addentrarsi nell'oscurità della mente di Caboto e dei suoi uomini e al contempo si interroga sulla difficoltà di un racconto che richiede di compiere delle scelte, orientarsi tra fonti contraddittorie, tessere insieme le fibre di innumerevoli destini personali, senza alcuna certezza del confine tra la verità storica e la propria immaginazione.
L'avventura intorno alla quale ruota il libro cominciò il 3 aprile del 1526, a Sanlúcar de Barrameda, con l'obiettivo di trovare un passaggio verso le Molucche, verso il territorio delle spezie. Le navi arrivarono alla costa del Brasile, all'altezza del Pernambuco, e qui Caboto riunì gli ufficiali della spedizione comunicando un cambiamento nei piani: voleva entrare, per esplorarlo, nel Río de la Plata. I motivi del cambio di rotta sono ignoti: alcuni parlano di un incidente di navigazione, altri di patti segreti con Re Carlo I, altri ancora vi leggono la febbre dell'ambizione economica, alimentata dai racconti di chi era sopravvissuto alle precedenti spedizioni.
Ma, al di là della vicenda, a emergere da queste pagine è soprattutto il carattere forte ed enigmatico di Caboto, emblema di una civiltà imperialista e al tempo stesso novello Ulisse dantesco, incarnazione dell'ambizione e della sete di conoscenza.
Le tavole, realizzate con pastelli e matite colorate, si richiamano ai dipinti del Cinquecento e del Seicento (in particolare, quelli di Caravaggio e Velázquez) e a opere cinematografiche come Aguirre, furore di Dio di Werner Herzog. In alcune immagini Mattotti integra fotocopie a colori di documenti storici, ritoccate in modo da ricreare l'aspetto polveroso degli antichi manoscritti. Dominano immensi paesaggi con una prevalenza di tonalità scure, che ci invitano a far saltare ogni punto di riferimento per addentrarci nel cuore di tenebra, abbandonarci a un viaggio senza ritorno verso l'ignoto.
Prima opera di Mattotti a tema storico, Caboto è stato originariamente realizzato su commissione dell'editore spagnolo Planeta per il cinquecentenario della scoperta dell'America. Apparso in traduzione italiana nel 1997 per l'editore Hazard, il libro è oggi ripubblicato come terza tappa di un progetto editoriale che ripercorre l'evoluzione artistica del Lorenzo Mattotti fumettista. Preceduta nel 2017 dalla pubblicazione di Ghirlanda, opera vincitrice del Gran Guinigi 2017, che ha segnato il ritorno di Mattotti al fumetto dopo quasi quindici anni, la collana è stata inaugurata lo scorso marzo con l'uscita del volume L'uomo alla finestra, seguito da Stigmate. Nella primavera del 2019 vedrà la luce il quarto titolo, Lettere da un tempo lontano e a seguire La zona fatua, Il signor Spartaco, Labirinti, Chimera e Doctor Nefasto. I volumi sono riproposti in una nuova veste grafica di grande formato e arricchiti da contenuti inediti.
Formato: cm 17,0 x 24,0 Pagine: 108 Colore: b-n Caratteristiche: Brossura con ali
Una ragazzina si aggira per un luna park ma non ha abbastanza soldi per nessuno dei divertimenti finché trova un tendone con su scritto "Cinema Panopticum". All'interno ci sono cinque scatole, ciascuna delle quali contiene uno schermo su cui viene proiettato un film. Per assistere a una proiezione basta un penny, così la bambina infila una monetina nella prima scatola e, uno dopo l'altro, i film scorrono sotto i suoi occhi e sotto i nostri… Le uniche parole che si accompagnano alle immagini sono i titoli che appaiono sugli schermi: L'hotel, Il campione, L'esperimento, Il profeta, La ragazza.
Le incisioni allucinate di Thomas Ott, realizzate con la tecnica dello "scratchboard", ci sprofondano nell'oscurità attraverso cinque racconti horror, inclusa la storia della ragazza che funge da cornice.
L'aspetto grezzo connaturato alla tecnica, che consiste nel ricoprire di inchiostro nero il foglio e grattarlo via con un pennino per far emergere i disegni, è sapientemente controbilanciato dalla ricchezza di dettagli e dalla finezza delle espressioni che l'artista conferisce ai personaggi. I loro volti trasmettono con grande efficacia i pensieri e i sentimenti più svariati: curiosità, gioia, diffidenza, disgusto… e, soprattutto, terrore. Un'opera surreale e intrisa di humour nero, una brillante graphic novel difficile da dimenticare.
L'autore e illustratore:
Thomas Ott nnasce a Zurigo nel 1966. Dopo la scuola dell'obbligo, a 16 anni si iscrive a una scuola di arti applicate, e già durante gli anni della formazione comincia a eseguire i primi disegni su commissione, mentre parallelamente crea fumetti propri. Ottenuto il diploma di grafico, inizia a guadagnarsi da vivere come illustratore freelance per riviste svizzere, tedesche e francesi, e nel giro di breve tempo viene pubblicato il suo primo fumetto, Tales Of Error.
Nel 1990 si trasferisce a Parigi, dove ha modo di fare tutte quelle esperienze che gli sarebbero state precluse nella tranquilla Zurigo. Tuttavia, con il tempo sente il bisogno di tornare a studiare, questa volta presso una scuola di cinema e, poiché quelle di Parigi non sono di suo gradimento, sceglie di tornare a Zurigo, dove si iscrive alla Scuola superiore d'arte e design (HGKZ) e dove risiede tuttora. Dal 2007 insegna alla Scuola superiore d'arte (ZHdK).
Con #logosedizioni ha pubblicato Cinema Panopticum e The Number.
Bibliografia
2008 THE NUMBER, Edition Moderne, Zurigo
2005 Cinema Panopticum, Edition Moderne, Zurigo
2002 t.o.t.t., Edition Moderne, Zurigo
1998 La Grande Famiglia, Edition à la pulpe, l'Association, Parigi
1997 Exit, Edition Délcourt, Parigi
1996 La Douane, Edition à la pulpe, l'Association, Parigi
La Bête à 5 Doigts, Edition à la pulpe, l'Association, Parigi
Dead End, Edition Moderne, Zurigo
1994 Greetings From Hellville, Edition Moderne, Zurigo
Argent Roi, Edition Autrement, Parigi
Phantom der Superheld, Edition Moderne, Zurigo
1989 Tales Of Error, Edition Moderne, Zurigo
Filmografia parziale
2001 Sjeki Vatcsh! cortometraggio, 35mm/15min, produzione HGK Zürich
2000 Fleisch, cortometraggio, 35mm/5.50min, produzione HGK Zürich
1999 Nocturne, documentario, 16mm/8min, produzione HGK Zürich
1998 Sandmännchen, cortometraggio, Beta/8min, produzione HGK Zürich
1993 Robert Creep – une vie de chien, cartone animato, 35mm/25min, produzione La Fabrique, Montpellier
1984 La grande illusion, cartone animato, 16mm/3min, produzione Studio GDS
Formato: cm 17,0 x 17,0 Pagine: 228 Colore: Colore Caratteristiche: Cartonata
Una giornata di vacanza sulla costa danese, che affiora vivida dagli anni '80, portando con sé tutta l'atmosfera di quel decennio, nel linguaggio, nelle canzoni, nei marchi allora in voga. Una giornata al mare, come tante altre, fatta di piccole grandi avventure ma soprattutto di dettagli familiari della nostra infanzia… e poi gelati e bibite, canzoni e filastrocche, giochi da spiaggia, nuotate, tanti dettagli che sanno di sabbia e acqua salata. Un piccolo albo in cui le immagini, una per pagina, scorrono sotto i nostri occhi come le amate-odiate diapositive un tempo immancabili alle riunioni di famiglia. Glimt, ovvero scorci, visioni che luccicano nella nostra coscienza come il sole che indora le onde del mare del Nord. L'autrice adotta un'estetica frammentaria, che segue la memoria nel suo vagare, riaccendendo di volta in volta sensazioni vissute con l'intensità tipica dell'infanzia: gioia, noia, rabbia. Attingendo alla propria personale esperienza, persegue una dimensione universale e invita il lettore a riacciuffare a sua volta i propri ricordi in fuga. Il paesaggio costiero del mare del nord, con le sue dune, i pini, l'erba alta, il cielo gravido di pioggia, sono resi in modo mirabile dal tratto fresco e sottile di Rikke Bakman che ci riporta volutamente ai disegni dei bambini, rapidamente colorati a matita. Un'opera al crocevia tra un libro di ricordi, una graphic novel e un albo illustrato, perfetta per ogni età. Un libro divertente, toccante, e a tratti vagamente disturbante, con una serie di personaggi che rimangono impressi come i protagonisti delle strisce dei Peanuts.
Con il contributo di:
Danish arts foundation
Premio per il miglior albo danese al Ping Prinsen 2012
"Glimt è una descrizione delicata e poetica dei territori dell'infanzia. Spassosa e triste a un tempo, sottile, invita alla riflessione con il suo tratto fintamente semplice e infantile."
Elle
"Glimt combina scrittura e disegno in maniera impressionante. Rikke Bakman è senz'altro all'altezza dei suoi maestri, Tove Jansson, la creatrice dei Moomin, o Charles Schulz, padre dei Peanuts."
Berlingske Tidende
"Di tanto in tanto, e piuttosto di rado, spunta un libro che mi toglie letteralmente in fiato. È il caso di Glimt, dell'artista danese Rikke Bakman."
The Comics Journal
Rikke Bakman, nata nel 1980, è cresciuta nel nord della penisola dello Jutland, in Danimarca – territorio in cui è ambientato Glimt. Si è laureata all'Accademia di Belle Arti di Fiona e alla Scuola di fumetto di Malmö, Svezia, nel 2009. Ha esordito con Tag mig med (Portami con te) nel 2007 e nel 2011 ha pubblicato Glimt. Le sue opere sono entrate a far parte di svariate esposizioni e antologie. Glimt, pubblicato nel 2011, è il suo progetto più importante realizzato finora e ha vinto il premio come miglior albo al Ping Prisen 2012.
Formato: cm 17,0 x 24,0 Pagine: 80 Colore: b-n Caratteristiche: brossura con ali
Il Libro sacro reinterpreta sette episodi dell'Antico testamento: la Genesi, il sacrificio di Isacco, la venuta dell'Angelo vendicatore, i dubbi di Giobbe, le lamentazioni di Geremia, le profezie di Ezechiele e la punizione di Giona. Sulla scia dell'operazione compiuta in Pinocchio e Moby Dick con il mito del Leviatano, e mosso dai ricordi d'infanzia legati al catechismo e a un vecchio libro di racconti biblici per bambini, Arispe decontestualizza (nel tempo e nello spazio) queste antiche narrazioni, popolandole di esseri per metà uomo e per metà animale, per "ripensarne la dialettica" e sintetizzare in poche scene icastiche in bianco e nero tutta la forza e l'universalità del piu arcaico dei libri. È così che nella Genesi Dio veste i panni di un solitario ingegnere in una centrale nucleare; Ezechiele si reincarna in un essere a metà tra un minotauro e un dirigente d'azienda; il sacrificio di Isacco è replicato in seno a una desolata comunità di orsi polari; e Giona indossa i panni di un lupo che viaggia su una specie di caravella rinascimentale… La mescolanza di simboli e il rovesciamento di significati, insieme ai riferimenti alla contemporaneità, rimettono in discussione le nostre certezze, facendoci riscoprire la dimensione più poetica e assoluta dell'Antico testamento. La raffinata maestria del tratteggio a china dell'illustratore argentino, memore tra gli altri dell'opera di William Blake, Robert J. Flaherty e Francisco Salamone, ci restituisce un universo mitologico che trova nella Bibbia una chiave di lettura della nostra società.
Nicolás Arispe è nato nel 1978 a Buenos Aires e si è formato presso l'Instituto Universitario Nacional del Arte (IUNA). Insegnante, autore e illustratore di libri per ragazzi, ha lavorato per alcune riviste e fanzine e ha realizzato copertine di CD e storyboard per film d'animazione. Collabora con varie case editrici argentine e i suoi fumetti sono apparsi su diverse riviste, tra cui Suda Mery K!. Ha pubblicato La madre e la morte / La perdita e Il Libro sacro con #logosedizioni.
Formato: cm 19,5 x 25,0 Pagine: 56 Colore: b-n Caratteristiche: Cartonato
"Non bisogna mentire ai bambini; devono sapere che il mondo è spaventoso, non si può fare altrimenti. La paura aiuta a crescere non solo in letteratura, ma anche nella vita." – Alberto Laiseca
In questo libro doppio, due apprezzati narratori latinoamericani – uno argentino e l'altro messicano – affrontano con coraggio e delicatezza il tema del sacrificio che una madre è disposta a compiere per opporsi a un evento tragico e irreversibile: la morte di un figlio. In La madre e la morte Alberto Laiseca rielabora un racconto poco noto di Hans Christian Andersen mostrandoci una madre che, per riprendersi il bambino sottrattole dalla Morte, attraversa fiumi, boschi e montagne senza badare a ciò di cui deve privarsi lungo il cammino. La perdita di Alberto Chimal ci parla invece di una madre che perde il figlio durante un terribile terremoto; incapace di rassegnarsi alla sua morte, prega gli dei di restituirglielo, ma questi decidono di esaudire il desiderio a modo loro. Entrambe le storie, collocate a metà strada tra la tragedia classica e la tradizione orale, ci mettono di fronte alle nostre paure più profonde per permetterci di fare i conti con l'ineluttabilità del destino e la Morte, presenza terribile e spaventosa con cui però siamo costretti a convivere, e che solo attraverso l'arte possiamo esorcizzare. A collocare i due racconti in un medesimo universo narrativo fatto di teschi, presenze inquietanti e atmosfere macabre ci pensa Nicolás Arispe con dettagliate illustrazioni in bianco e nero ricche di simbolismo, le quali propongono una lettura che va ben oltre le parole.
Alberto Chimal (1970) è uno scrittore messicano, finalista nel 2013 del Premio Internacional de Novela Rómulo Gallegos (Venezuela), uno dei più prestigiosi riconoscimenti dedicati alla narrativa in lingua spagnola. Tiene inoltre corsi e laboratori letterari ed è professore di Letterature comparate presso l'Universidad Nacional Autónoma de México.
Alberto Laiseca (1941–2016) è nato a Rosario (Argentina). Consulente per anni della casa editrice Letra Buena, è stato autore dei romanzi Su turno para morir (1976), Aventuras de un novelista atonal (1982), El jardín de las máquinas parlantes (1993) e della monumentale saga Los Soria (Simurg, 1998, Premio Boris Vian), una storia mitica rimasta inedita per 16 anni. Ha pubblicato inoltre una raccolta di racconti, Matando enanos a garrotazos (1982), il volume di poesia Poemas chinos (1987) e il saggio Por favor, ¡plágienme! (1991). Le sue storie, ambientate in mondi fantastici dove non sembrano esserci limiti all'immaginazione, gli sono valse la grande ammirazione di numerosi scrittori, critici e lettori.
Nicolás Arispe è nato nel 1978 a Buenos Aires e si è formato presso l'Instituto Universitario Nacional del Arte (IUNA). Insegnante, autore e illustratore di libri per ragazzi, ha lavorato per alcune riviste e fanzine e ha realizzato copertine di CD e storyboard per film d'animazione. Collabora con varie case editrici argentine e i suoi fumetti sono apparsi su diverse riviste, tra cui Suda Mery K!.
Con #logosedizioni ha pubblicato: La madre e la morte / La perdita, Il libro sacro.
Formato: cm 22,0 x 22,0 Pagine: 40 Colore: B/n Caratteristiche: Cartonato
È un viaggio questo nuovo volume di Nicolás Arispe. Il viaggio di una donna-uccello nello spazio, nella storia e tra citazioni infinite. Un viaggio nel sogno e nelle paure dell'uomo moderno. Aprendo gli occhi la donna-uccello si trova circondata da una massa pulsante di gufi, che la schiacciano e le impediscono di muoversi. Chi sono? Dove si trova? Stacco di scena, e la vediamo entrare nella ciminiera di una fabbrica, da cui improvvisamente sbuca in un quadro di De Chirico. Ma subito precipita, tra Arpie che la inseguono e la mordono, e precipitando cade in mare e si inabissa tra creature spaventose e dai denti aguzzi che sembrano volerla divorare. E poi caverne oscure, streghe, malefici uccelli neri, diavoli e inquietanti inquisitori, in un mondo asfissiante e carico di angoscia da cui non desideriamo altro che fuggire insieme a lei.
In questo nuovo lavoro, attraverso i raffinati tratti in bianco e nero caratteristici del suo stile, l'autore ci immerge in un'atmosfera onirica, evocata dai gufi, animali notturni per eccellenza, dalle opere di De Chirico e da animali provenienti dai bestiari medievali. Nell'incubo vissuto dalla donna-uccello, Arispe concretizza quella che è la realtà quotidiana dell'uomo contemporaneo, fatta di sfruttamento (dalla ciminiera della fabbrica al lavoro nei campi con tanto di cappio al collo), emarginazione (i gufi che la respingono), senso di colpa, stigma sociale (un sabba di streghe che sembrano uscite direttamente da un trattato medievale) e ansia per il tempo che scorre inesorabile (le Arpie).
Il tutto in uno straordinario gioco di richiami e citazioni, in cui lo stile dell'autore attinge alle fonti più svariate: dai bestiari e trattati medievali alla pittura metafisica, da Bergman ed Eisenstein a Grünewald, Goya e Millet, fino ai costumi teatrali disegnati da Malevič. Non manca un piccolo rimando anche al Libro Sacro e, naturalmente, al Parco dei mostri di Bomarzo che ha fornito il titolo all'opera.
Al culmine dell'angoscia, braccata da un'orda di esseri raccapriccianti che ricordano le rappresentazioni medievali delle tentazioni dei santi, stretta tra mostri che sembrano non lasciarle scampo, la donna-uccello si ritrova nel suo nido. Si è risvegliata dal suo incubo… e noi?
Nicolás Arispe è nato nel 1978 a Buenos Aires e si è formato presso l'Instituto Universitario Nacional del Arte (IUNA). Insegnante, autore e illustratore di libri per ragazzi, ha lavorato per alcune riviste e fanzine e ha realizzato copertine di CD e storyboard per film d'animazione. Collabora con varie case editrici argentine e i suoi fumetti sono apparsi su diverse riviste, tra cui Suda Mery K!. Con #logosedizioni ha pubblicato La madre e la morte / La perdita, Il Libro sacro, e Lasciate ogni pensiero voi ch'intrate.
Formato: cm 21,0 x 28,0 Pagine: 56 Colore: Colore Caratteristiche: cartonato
Francoforte, Germania, XVII secolo, interno giorno: una bambina è china a osservare dei fiori. Intorno a lei è tutto grigio, i genitori, i giochi, i libri, la casa. Solo i fiori in cui si annidano minuscoli insetti hanno la vivacità della vita vera. Due occhi grandissimi li riflettono pieni di meraviglia, due piccole mani li disegnano. Nasce un dissidio in seno alla famiglia, che apre la strada a una scoperta. Una scoperta di quelle che cambiano la vita.
Nel mare magnum di avventure che è la vita di Maria Sibylla Merian, Anna Paolini sceglie di soffermarsi su alcuni momenti meno chiassosi, e ci mostra alcuni fotogrammi della sua infanzia trascorsa a casa, in famiglia, attirando la nostra attenzione sulla formazione artistica, gli studi, le passioni di una ragazzina sulla soglia dell'età adulta. Fino ad arrivare alla scoperta del suo talento.
Maria Sibylla Merian fu un'artista e naturalista del XVII secolo, che visse tra Germania, Olanda e Sud America. È considerata una delle fondatrici dell'entomologia moderna. Ma fu anche insegnante, imprenditrice, viaggiatrice, editrice… Dotata di fine intelligenza, grande talento e ottimo senso pratico, riuscì a studiare, viaggiare e coltivare le proprie passioni pur vivendo in un'epoca che non favoriva lo sviluppo intellettuale e l'affermazione personale delle donne.
Nel corso della sua lunga vita non venne mai meno ai suoi doveri sociali e familiari, tuttavia cambiò più volte città, paese, famiglia, affetti, lavoro… e portò sempre avanti, anche nelle avversità, la sua passione per il mondo naturale: raccoglieva, allevava, osservava, disegnava bruchi e farfalle, per poi estendere la sua osservazione a tutti gli insetti di cui raffigurò il ciclo vitale in tavole di raffinata bellezza. Una passione, la sua, fortemente in conflitto con i costumi femminili, le convinzioni religiose e le consolidate prassi scientifiche dell'epoca.
Rimanendo fedele al suo stile, Anna Paolini crea per questo libro immagini rarefatte, poetiche ed evocative, che nell'alternanza di grigio e colore distillano emozioni e sensazioni inespresse e tramettono un senso di grande meraviglia; quella meraviglia che accomuna la piccola protagonista della storia, davanti all'oggetto della sua passione, e noi che ammiriamo le splendide tavole che da quella passione sono nate.
Un libro dedicato al diritto di sognare e di portare avanti le proprie idee, convinzioni e passioni, anche le più strane… per tutti i bambini e non solo per loro!
L'illustratrice
Anna Paolini è nata a Bologna, dove ha frequentato l'Accademia di belle arti prima di specializzarsi in illustrazione editoriale presso l'Accademia Internazionale Comics.
Per #logosedizioni ha pubblicato anche S'alza il vento (2018), e Matrioska (2019).
Formato: cm 14,8 x 21,0 Pagine: 56 Colore: Colore Caratteristiche: Cartonato
Questa commediola, in versi e versacci,
riunisce tuttora i due canovacci,
pieni di pantomime e bastonate,
di tradimenti, odio e sangue a secchiate.
Nel cinquecento, un contadino acerrano di nome Puccio D'Aniello porta in scena con una compagnia di buffoni girovaghi le gesta di Pulcinello, un pulcino antropomorfo dal naso nero e adunco e dalla vocina acuta. Questa stramba figura, di cui già si trovavano tracce nell'antica Roma, diviene protagonista di tanti spettacoli ambulanti che la portano ad attecchire e diversificarsi in molti luoghi. In Inghilterra diviene un personaggio popolare famosissimo, chiamato dapprima Punchinello e poi Mister Punch, che letteralmente significa Signor Pugno, in onore alla sua innata inclinazione alla violenza. Raccogliendo notizie e suggestioni sulle due più famose incarnazioni di questa figura, Stefano Bessoni mette in scena il suo personale spettacolo tra i sobborghi di una Londra brumosa e i quartieri napoletani più malfamati, dove si aggira la peggiore feccia dell'umanità. Personaggi violenti e privi di scrupoli, #Punch e #Pulcinella vivono obbedendo a istinti primari come la fame, la rabbia, il desiderio sessuale e non esitano a compiere i più efferati omicidi, finché un giorno finalmente si incontrano... Questa storia intrigante, ricca di stratificazioni culturali e dalle implicazioni occulte e alchemiche, viene raccontata da Stefano Bessoni in uno spassoso poemetto in quartine di endecasillabi a rima baciata, che nella traduzione inglese di David Haughton prendono la forma di una ballata tragicomica alla Alexander Pope in quatrains of rhyming couplets. In parallelo scorrono le colorate e originali immagini caricaturali tipiche dell'autore: buffi e raccapriccianti personaggi dalle teste enormi, gli occhi strabuzzati e i sorrisi sardonici che mettono in mostra i denti radi. Un horror splatter in versi e immagini che spaventa, diverte e al tempo stesso invita ad approfondire una delle più importanti maschere della commedia dell'arte e le sue molteplici incarnazioni.
Un paese incantato situato da qualche parte sotto all'arcobaleno,
oltre l'oceano e le grandi montagne, tra i deserti e le foreste pluviali.
Tutti sanno dove si trova OZ, ma nessuno sa come arrivarci.
Non si può decidere di andare a OZ,
solamente il caso può portare nelle sue lande sconfinate.
E fu così anche per Dorothy Gale, che un giorno per caso si ritrovò a OZ.
Dorothy è una bambina che vive nel Kansas con gli zii e il cagnolino Totò. Un giorno un violento tornado solleva la loro casa e, mentre gli zii riescono a mettersi in salvo, Dorothy e il cane vengono trascinati in volo fino alla Terra dei Munchkin. Nell'atterraggio la casa schiaccia la malvagia Strega dell'Est. Riconoscente, la buona Strega del Nord dona a Dorothy le scarpette d'argento della defunta e le consiglia di recarsi dal Mago di Oz, che potrà aiutarla a tornare dai suoi zii in Kansas. Inizia così la serie di intricate peripezie e incontri con bizzarri personaggi di questo classico della letteratura che ha fatto volare l'immaginazione di molti artisti tra cui Stefano Bessoni.
Dopo le colline toscane del Pinocchio di Collodi e le campagne inglesi dell'Alice di Lewis Carroll, per l'autore e illustratore è stato naturale fare un salto oltreoceano e compiere una personalissima scorribanda illustrata nella terra nata dalla fantasia di Lyman Frank Baum. Scegliendo di concentrarsi unicamente sul primo libro della saga, Il meraviglioso Mago di Oz (1900), Bessoni mette al lavoro la propria fantasia nera per offrirne una versione moderna, sintetica e avvincente. Come d'abitudine il suo intervento di adattamento consiste nel fornire stralci di testo che ripercorrono i momenti salienti della narrazione originaria accompagnati da una serie di ritratti, arricchiti e colorati nel suo inconfondibile stile macabro e grottesco. Ed ecco che in questa vivace galleria possiamo fare la conoscenza della protagonista Dorothy e della piccola, squinternata, adorabile armata formata da uno Spaventapasseri senza cervello, un Boscaiolo di Latta senza cuore, un Leone codardo e un cagnetto imprevedibile.
Ascesa al successo nel 1939 con il film di Victor Fleming interpretato da Judy Garland, questa celeberrima saga è stata riadattata in numerose versioni cinematografiche e portata avanti in quaranta volumi, di cui 14 scritti da Baum.
In questo solco si colloca Bessoni, che infonde nuova vita all'affascinante mondo di Oz, arricchendolo di nuovi riferimenti e calcandone le tinte macabre.
L'autore:
Stefano Bessoni, regista, illustratore e animatore stop-motion, nasce nel 1965 a Roma, dove si diploma all'Accademia di Belle Arti. Dal 1989 realizza film sperimentali, installazioni videoteatrali e documentari, suscitando l'attenzione della critica. Negli anni '90 lavora per alcune società di produzione televisiva come operatore, direttore della fotografia e montatore. È stato docente di regia cinematografica presso la NUCT a Cinecittà e presso l'Accademia Griffith di Roma. Ha tenuto e tiene numerosi workshop in Italia e all'estero, presso scuole e festival specializzati. Insegna inoltre illustrazione e animazione stop-motion presso La Fabbrica delle Favole a Macerata.
Diversi i riconoscimenti ricevuti con i suoi ultimi film Canti della forca, riconosciuto di interesse culturale nazionale da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, e Krokodyle, miglior film fantasy al 6° CINEFANTASY a San Paolo in Brasile, miglior film internazionale a PUERTO RICO HORROR FILM FEST 2011, Menzione Speciale al SITGES 2011 – 44° Festival Internacional de Cinema Fantastic de Catalunya, che si aggiunge a quella ottenuta al FANTASPOA 2011.
Con #logosedizioni ha pubblicato: Alice sotto terra (disponibile anche in inglese e in spagnolo), Canti della forca (disponibile anche in inglese), Homunculus, Mr Punch, Pinocchio, Stop-motion. La fabbrica delle meraviglie, Workshop di stop-motion. Primo livello (disponibile anche in inglese), Workshop di stop-motion. Secondo livello (disponibile anche in inglese), Wunderkammer e Oz.