Anno XXXVII (1998), n. 7
Un socio pericoloso
È un sempliciotto, Milo Arkin. Prima viene irretito nei loschi maneggi di Ugo Dover, poi è Diabolik a servirsi di lui. Tutti e due, però, dovranno infine constatare che Milo è molto meno ingenuo di quanto credessero.
Testi di: P. Prosperi – M. Gomboli – P. Martinelli
Disegni: E. Facciolo – F. Paludetti
Sono le due perle più grandi del mondo. Per Diabolik, un logico bottino. Per l'avido Nako, lo strumento per realizzare un raccapricciante commercio. E tanto meglio se Eva potrà diventare l'articolo più pregiato del catalogo
Non c'è altra via: per il nuovo colpo, Diabolik deve farsi arrestare. E così si ritrova tra i peggiori delinquenti, in un tetro penitenziario dove la morte è di casa e ogni momento è buono per incontrarla.
Perché chiunque ne possieda uno viene sgozzato? E perché se ne interessa anche Diabolik? Forse è proprio vero quel che dice la loro filastrocca: quei quattro diavoletti "per l'inferno son perfetti".
Che cosa sta accadendo? I confini tra bene e male si fanno confusi: Altea diventa ladra, Ginko si dimette. Poi Eva diventa Altea, Diabolik diventa Ginko ... E tutti finiscono in un infernale carosello di malvagità e di morte.
Follemente innamorato di Eva, Corrado Alban è disposto a tutto per conquistarla: correre qualsiasi rischio, commettere i più efferati delitti, battersi con ogni mezzo fino alla morte. Quella di Diabolik, ovviamente.
Si dice che l'inferno non abbia collera paragonabile a quella di una donna tradita. E quando Diabolik deve fare i conti con la delusione di un'amante innamorata, lo sperimenta sulla sua pelle.
Fanno gola a Diabolik, ma anche a Ettore e alla sua banda. E pure la dolce Renata ne subisce il fascino. Ma quegli zaffiri non solo scottano, sono addirittura incendiari. E il destino di tutti è restarne bruciati.