Arriva finalmente, con alcuni anni di ritardo, ma in contemporanea in Francia e in Italia, uno dei romanzi a fumetti spagnoli più importanti del post franchismo. Sceneggiato da Felipe H. Cava e disegnato magistralmente da Federico del Barrio, questo fumetto ebbe notevole risonanza alla sua uscita in Spagna e fu introdotto da un importante testo di Manuel Vasquez Montalbán (riproposto anche nella presente edizione italiana). È un testo che affronta il tema, caro allo sceneggiatore Cava, della difficile sopravvivenza della memoria e del delicato passaggio, coperto da un velo di omertà, dalla dittatura allo Stato democratico. Fu un passaggio in cui si negò il diritto alle giovani generazioni di sapere, in cambio di una transizione senza problemi. Cava e Del Barrio, due autori storici del fumetto spagnolo, si misurano con un tema importante, senza perdere la visione cinematografica e d'atmosfera che caratterizza le produzioni migliori della nona arte. A molti lettori lo stile del disegno di Del Barrio ricorderà per certi versi la scuola di Breccia padre e figlio, di cui è un degno prosecutore: artista sperimentale e virtuoso al tempo stesso.
Formato: 21 x 29,7 cm Pagine: 76 Colore: b-n Caratteristiche: Brossurato
Nella Mosca dei giorni della Perestrojka, Ilia, Sergei, Boris e Larissa si riuniscono intorno ad un pasto ed una bottiglia di vodka per raccontarsi storie. Prende così vita un decameron
moscovita: mentre fuori imperversa la tempesta di un mondo che va in pezzi, i quattro protagonisti si proteggono con la narrazione e l'ironia dei racconti. Si ricrea ogni volta un
mondo che si sviluppa in una tormentata nostalgia dove le immagini diventano simboli e il tratto di Raùl trova carne per la sua traccia, trattando ogni capitolo con tecniche originali che
sorprendono per audacia e bellezza.
Le voci dei narratori si susseguono nella notte. Si racconta: perché siamo diventati cristiani? E poi con un salto che dimentica consapevolmente vari secoli ecco una storia di amore, poesia e calcolo differenziale. E per non affogare nel melodramma, una storiella, di quelle sovietiche. Quelle che fanno ridere fino alle lacrime. E poi? Poi arriva Napoleone, virtuoso e manierista nella linea. Cavalli barocchi. Animali che ci guardano negli occhi. Dopo il silenzio di Napoleone rimane Larissa, l'unica donna, l'armena di minoranza. 'Racconta una storia'. E la storia diventa una storia che potrebbe essere popolare, con i tratti della fiaba, con la morte che ci ripensa. Mentre fuori dalle finestre il mondo è distratto da altro, da nuovi slogan, da nuove armi.
New York, 1939. Una persona arriva in città alla caccia di un uomo, Ben Koch, reo di aver violato un patto. Anche Ben, idealista in cerca di ideali, è impegnato a sua volta nella ricerca frenetica di un individuo chiamato Curtis Rusciano. Lontano da lì, in Spagna, la guerra civile è già persa per i repubblicani, sconfitti prima che in Europa si ristabilisca un ordine, dopo le devastazioni belliche. In un'estate soffocante tutti gli sforzi dei nostri protagonisti saranno volti a sistemare i propri conti personali.
Cava, supportato magnificamente dai disegni di Seguí, costruisce una trama articolata che ci fa rendere conto di come le idee possano diventare utopie destinate a essere manipolate e di- storte da esseri umani legati in maniera indissolubile a egoismo e cupidigia. Bassezze umane che si rivelano di continuo senza badare all'epoca e al luogo nelle quali si manifestano.