Una bambina con un caschetto dello stesso colore delle arance mature si sveglia e, desolata, guarda le foglioline intirizzite dall'autunno che sono entrate nella sua cameretta. Il giorno è iniziato e sembra che non ci sia nulla da aspettarsi.
La ragazzina, allora, esce a fare una passeggiata alla ricerca di qualcosa: un pesce gigante vola basso tra i palazzi, appena sopra la sua testa, facendole ombra, mentre nessuno, in giro, sembra accorgersi di lei, che ha una lampadina al posto del cuore e teme che il mondo sia un congegno sordo, senza senso né ragione.
L'albero rosso di Shaun Tan torna in libreria e ci regala una storia capace di raccontare il vuoto, la malinconia e la paura del mondo, come l'attimo inspiegabile in cui la speranza fa capolino nelle nostre vite restituendoci a noi stessi.
Una storia di migranti raccontata da immagini senza parole che sembrano arrivare da un tempo ormai dimenticato. Un uomo lascia sua moglie e suo figlio in una città povera, alla ricerca di un futuro migliore, e parte alla volta di un paese sconosciuto al di là di un vasto oceano. Alla fine del viaggio si ritrova in un'assurda città a fare i conti con usanze astruse, un linguaggio indecifrabile, animali incredibili e curiosi oggetti volanti. Con solo una valigia e qualche spicciolo in tasca, l'immigrato dovrà trovare un posto dove stare, cibo da mettere sotto i denti e qualche tipo di lavoro retribuito. Ad aiutarlo nelle difficoltà ci saranno dei simpatici sconosciuti, ognuno con la propria storia mai raccontata. Storie di lotta e sopravvivenza in un mondo di violenza incomprensibile, agitazione e speranza.
Un gruppo di conigli arriva dal mare per esplorare un mondo sconosciuto. Ma non è solo questo, è l'inizio della colonizzazione. I conigli si prendono la terra, il cielo, gli animali, le piante, i figli dei nativi. In brevissimo tempo diventano migliaia, addirittura milioni, e distruggono tutto.
A raccontarci ogni cosa è un narratore invisibile, che attraverso lo sguardo e la parola si fa portatore della storia, altamente simbolica e senza espliciti riferimenti a fatti realmente accaduti, di un popolo oppresso e devastato da un'invasione e da una lotta di resistenza che si risolve, di volta in volta, in una sconfitta.
John Marsden e Shaun Tan firmano un libro illustrato in cui il gioco dell'assurdo, orchestrato da testi poetici e immagini magneticamente grottesche, mostra la più profonda verità sul senso della prevaricazione.
Un giovane trova sulla spiaggia una strana creatura, apparentemente smarrita. Prova a stabilire un contatto e, rapidamente, nasce una con denza e poi un'amicizia. Quella cosa, chiunque essa sia, è gradevole e cortese, ma nessuno sa da dove viene. L'unica cosa che si intuisce è che si è persa. Comincia così un lungo viaggio nell'indifferenza generale, dove ognuno – a suo modo – si rivela essere completamente inutile al destino della cosa, e troppo preso da se stesso per dargli davvero importanza. L'artista australiano premio Oscar si muove in una narrazione asciutta, che dietro un racconto semplice e la dichiarata mancanza di morale nasconde una preziosa riflessione sul futuro.