Stefano Fantelli e Rossano Piccioni, già ideatori della serie horror cult The Cannibal Family, firmano ora Blood Brothers, un nuovo disturbante fumetto che lascerà il segno. Diversi è il titolo del primo numero. Rosario e Sebastiano sono due gemelli alla costante ricerca della Verità e della perfezione, ricerca che compiono nei corpi delle loro vittime, nelle viscere, sotto e sopra la pelle, attraverso il dolore, in una vertigine di anestesia, nel luccichio di un bisturi.
La casa editrice Inkiostro con il fumetto horror cult The Cannibal Family, ideato da Stefano Fantelli e Rossano Piccioni, ha riportato in Italia un genere che ha avuto proprio nel nostro paese la sua massima espressione cinematografica, quello del cannibalismo. La serie è strutturata come un racconto che scorre su due binari paralleli, tra il passato di un giovane Alfredo Petronio e il presente di un Alfredo ottantenne ex-militare e della sua famiglia cannibale. I Petronio quindi vengono cresciuti con una ben precisa missione, che nella visione del capostipite è quella di essere una sorta di anticorpo contro i mali della società. Una famiglia grottesca, ma con un forte codice filosofico e morale. Gli autori accompagnano il lettore in un viaggio allucinato e allucinante, svelando in ogni albo retroscena truculenti e perversi. Sangue, sesso, storia e sentimenti si mescolano nel fumetto splatter che sta catturando migliaia di lettori.
DALLA PREFAZIONE DI GIUSEPPE DI BERNARDO:
Moderno è l'horror presentato da Stefano Fantelli, Rossano Piccioni, Dario Viotti e Andrea Tentori Montalto, un bel team che avrei molto voluto vedere all'opera su una mia pubblicazione seriale da edicola. Un proposito che per adesso non si è potuto realizzare a causa del difficile momento che sta attraversando il fumetto italiano. Speriamo che questa trasfusione di sangue targata Edizioni Inkiostro, sia benefica per il nostro settore sempre più anemico di lettori. Stefano è un dungeon master gotico e moderno, sanguinario e romantico, dalle trame morbose e sorprendenti. La professionalità e la competenza di Rossano, invece, l'ho toccata con mano lavorando su L'Insonne, le cui trame nere sembrano essergli rimaste irrimediabilmente appiccicate. Dario è un disegnatore che apprezzo molto per l'accuratezza anatomica, la sensualità delle figure e l'invidiabile nitidezza del suo tratto. Andrea l'ho conosciuto su queste pagine e la sua prova è indubbiamente di grande effetto. Mettetevi comodi, dunque, lo spettacolo sta per iniziare. Un grand guignol da nouvelle cuisine per palati sopraffini. Una vera cucina da incubo fatta di prelibatezze dal volto umano vi attende, ma non temete, queste pietanze fumettistiche non vi resteranno sullo stomaco.
The Cannibal Family è il fumetto horror cult creata da Stefano Fantelli e Rossano Piccioni. Questo albo a edizione limitata contiene l'episodio Fame, scritto e disegnato da Piccioni, pubblicato già nella serie regolare, ma lo troviamo qui in versione "non censurata", con 12 tavole inedite e sconsigliate a un pubblico sensibile. 12 tavole che hanno fatto prendere agli autori la decisione di non pubblicarle sulla serie regolare tanta è l'efferatezza ed il disturbo che potrebbero generare.
DALLA PREFAZIONE DI TITO FARACI:
Quello che mi aspetto da un prodotto indipendente – un film, un disco e, ovviamente, anche un fumetto – è lo stupore. Voglio essere stupito.
Non mi interessa ritrovare le stesse cose proposte dal mainstream realizzate in modo più "artigianale". Sarò cinico (ma onesto): non mi interessano nemmeno l'impegno e la passione che ci stanno dietro.
Voglio trovare qualcosa di diverso, che riesca a stupirmi.
Ebbene, The Cannibal Family è un fumetto indipendente diverso da tutto quello che posso procurarmi nell'edicola sotto casa. E, soprattutto, è un fumetto indipendente che è riuscito a stupirmi. Sempre di più.
Ho appena finito di leggere questo numero 2 (che poi è terzo, contando anche lo 0) sentendomi come se avessi fatto un giro sopra un ottovolante da cui mi attendevo emozioni forti, paura e sconcerto, ma del quale non conoscevo il percorso. C'è stata più di una curva che proprio non immaginavo e un'ultima impennata, vertiginosa. Oh, wow…
La serie creata da Stefano Fantelli e Rossano Piccioni spinge l'occhio del lettore oltre la soglia. Lo costringe a vedere l'orrore, la violenza, la perversione in istanti congelati. Perché nel fumetto, diversamente dal cinema, gli istanti restano lì, non svaniscono quando passi alla vignetta successiva. Questa è una sua forza, che gli autori di The Cannibal Family hanno sfruttato spavaldamente.
Sì, sono sorpreso. Pensavo – temevo, addirittura – che un fumetto italiano non potesse arrivare così in là. Ma, per una volta, mi piace ammettere di essermi sbagliato.
Nelle pagine che state per leggere (o forse avete già letto, se, come me, lasciate per ultime le prefazioni) l'atroce e dolorosa saga della famiglia Petronio arriva a nuove e importanti svolte, sia nel presente sia nel passato: due binari che stanno avvicinandosi sempre di più. E, a proposito della sezione nel passato, lo sceneggiatore ospite Andrea Cavaletto si è dimostrato, non certo per la prima volta, un maestro dell'horror italiano. E lo diventerà, ci scommetto, Stefano Fantelli, gran tessitore della trama di The Cannibal Family. Con stili diversi, ma altrettanta efficacia e durezza, si alternano ai disegni Rossano Piccioni e Dario Viotti: ruvido e allucinato il primo, nitido e tagliente il secondo.
Poi ci sarebbe un altro discorso, importante, sulla differenza fra violenza e rappresentazione della violenza. Però mi piace pensare che, tra i lettori di The Cannibal Family, non ci siano moralisti da "redimere". (E, se ci sono, tanto peggio per loro.)
DALLA PREFAZIONE DI EDOARDO MARGHERITI:
Ricordo il periodo dei film cannibal... intorno alla fine degli anni 70 molti film videro la luce in seguito al successo di titoli come: "Ultimo mondo Cannibale", "Cannibal Holocaust" e "Cannibal Ferox". Questi film erano tutti molto simili tra loro, ambientati nella giungla e tesi più a disgustare il pubblico con effettacci, sangue, frattaglie e budella, che non a raccontare le motivazioni e la cultura atavica che induceva questi popoli a cibarsi di carne umana. Cibarsi della carne del proprio nemico, per acquisirne la forza, il coraggio, ma anche per esorcizzarne la paura, trattandolo alla stregua di un animale da allevamento. Questo filone è stato riesumato quest'anno da Eli Roth con il film "The Green Inferno", un ottimo film, ma strutturato esattamente come i suoi predecessori italiani.
Nel 1980 lavorai come attore e aiuto regista in "Apocalypse domani", di Antonio Margheriti, mio padre. Era un film sul cannibalismo, ma non trattava il tema dell'antropofagia tribale, quanto quello del cannibalismo urbano, inteso come follia omicida e come una specie di virus che simboleggiava gli orrori della guerra del Vietnam e della società moderna che cannibalizza tutto e tutti. Negli anni successivi non ci furono più film del genere, perchè il cannibal ebbe vita breve.
A parte i film su Hannibal Lecter, e qualche sporadico horror americano, nessuno ha avuto fin'ora il coraggio di affrontare, come nelle storie di The Cannibal Family di Stefano Fantelli e Rossano Piccioni, il tema del cannibalismo come scelta di vita, per accelerare il processo di rigenerazione dell'umanità. E tutto questo accade in una fusione fra il mondo passato con gli orrori della guerra, e quello moderno ed iperconsumistico dove si può comprare qualsiasi cosa, e forse, in una realtà suburbana a noi sconosciuta, anche carne umana.
In questo nuovo episodio, c'è una vera e propria altalena di racconti che accompagnano il lettore in un viaggio irreale, tra il passato e il presente, nell'erotismo e nel sangue. Nel racconto si possono cogliere citazioni relative alla storia, al cinema e alla letteratura, come ad esempio gli evidenti richiami al Frankenstein di Mary Shelley nel rapporto tra la creatura e la ragazza non vedente.
Il tratto deciso e marcato dei bellissimi disegni di Rossano Piccioni e di Paolo Antiga, il profondo erotismo che emanano, l'atmosfera cupa e angosciosa perfettamente in sintonia con il racconto, sono il compendio ideale per una storia intrigante e coinvolgente che ha catturato la mia attenzione.
Parlando oggi con uno degli autori di questo terzo episodio (il quarto contando il numero zero), Antonio Tentori, ci siamo chiesti se non sarebbe un progetto troppo ambizioso tentare di farne un film. Mi piacerebbe dirigere una storia con queste tematiche e questi toni estremi.
EDOARDO MARGHERITI
Figlio di Antonio Margheriti, il regista cult di Quentin Tarantino, Edoardo intraprende i suoi primi passi facendo da seconda unità al padre. Negli anni ottanta, oltre a dedicarsi agli effetti speciali per i film del genitore, lavora anche per Sergio Martino occupandosi dei modellini. È produttore esecutivo di moltissimi film e serie televisive, come "Elisa di Rivombrosa", "Lucky Luke", "Il settimo Papiro", "Genghis Khan". Per Mediaset ha diretto "Negli occhi dell'assassino" e "La donna velata".
ANTONIO TENTORI
La sua carriera è iniziata grazie all'incontro con uno degli autori più importanti del cinema horror, Lucio Fulci, per il quale ha scritto "Demonia" e "Un gatto nel cervello". In seguito ha collaborato, tra gli altri, con un maestro dello splatter come Aristide Massaccesi/Joe D'Amato ("Ritorno dalla morte - Frankenstein 2000"), con il mago degli effetti speciali Sergio Stivaletti ("I tre volti del terrore") e con un maestro del cinema popolare come Bruno Mattei ("L'isola dei morti viventi", "Anime perse", "Zombi: La creazione"). Ha scritto, insieme a Dario Argento e a Stefano Piani, la sceneggiatura del nuovo film del maestro dell'orrore intitolato "Dracula 3D".
Nuovi disturbanti personaggi entrano in scena nel fumetto più estremo e bizzarro mai visto in Italia, proseguono gli omicidi cannibali sulla spiaggia e un insolito alleato torna dal passato di Alfredo Petronio. La bellissima e sensuale Sara Petronio fa i conti con il proprio destino, lo "spirito della guerra" scorre nel suo sangue come una maledizione. E come se non bastasse, le origini della Cagna Nazista, un personaggio che rimarrà impresso negli occhi e negli incubi di ogni lettore. Dentro Villa Petronio nessuno può sentirti urlare.
RUGGERO DEODATO, regista, attore e sceneggiatore italiano. Inizialmente regista di commedie e poliziotteschi, si afferma con la direzione di pellicole horror, in particolare di genere cannibal, divenendo noto per il contenuto estremo dei suoi film, che gli hanno portato numerosi problemi con la censura e gli hanno procurato il soprannome di "Monsieur Cannibal". Cannibal Holocaust, il suo film più famoso, è considerato uno dei più agghiaccianti e controversi della storia del cinema, per il quale Deodato è finito persino in tribunale.