Formato: 16,4 x 24 cm Pagine: 108 Colore: Colore Caratteristiche:
Quello che una volta era la culla delle culture, è diventata una profondità arida, con grandi chiazze di corpi, fantasmi che si aggirano, navi sospese su fili che collegano pezzi di terra, una volta isole. Amalia è una bambina del mondo mediterraneo, un massacro le ha portato via tutta la famiglia. C'è solo il suo amichetto Giufà che può riconsegnarle una parvenza di vita. Amalia intraprende il suo viaggio nel deserto del Mediterraneo, spiagge che si sono tramutate in scogliere altissime da discendere, fondali aridi che non conoscono fine, isole che spuntano come speroni di roccia altissimi. Amalia è determinata, e il suo viaggio diventa viaggio di formazione, di conoscenza, di fantasmi che narrano di un mare che non c'è più. La meta è sempre quella, l'Italia, la terra sicura, ormai cima di una montagna tra le cime corrose dal sole.
"Chi è don Peppe?". "Sono io".
Don Peppino Diana era un prete di quelli rari. Coraggioso e ostinato, non ha mai abbassato la testa di fronte a nulla. Peppe con il cuore scout e il vangelo in mano, nel 1991 si fa promotore di un attacco diretto contro i clan di Casal di Principe, la sua terra, sottoscrivendo un documento che resterà una traccia indelebile nella lotta contro il crimine organizzato.
"Per amore del mio popolo" è il titolo di questo documento. Un manifesto contro la malavita che impazza fra le strade dell'Agro Aversano. È un parroco di frontiera don Peppe, uno che nella terra di Francesco "Sandokan" Schiavone combatte una guerra impari contro la Camorra. Il giorno del suo onomastico, il 19 marzo 1994, alle 7.30 del mattino un killer entra nella sagrestia della Chiesa di San Nicola a Casal di Principe e lo uccide. A soli 36 anni. Un fumetto racconta la storia e l'eredità di don Diana nella terra di Gomorra, tracciando il confine tra ciò che resta di un uomo come tanti - che mai avrebbe voluto essere un eroe - e il simbolo della lotta alle mafie che oggi rappresenta la sua vita.
Catania 1980. Nella Milano del Sud il clan di Nitto Santapaola la fa da padrone e Cosa nostra si intreccia con le istituzioni in un gioco di potere fatto di morti ammazzati, grandi opere, corruzione e fiumi di denaro. In questa terra meravigliosa e maledetta, vive e lavora un giornalista, Giuseppe Fava, che racconta la verità senza tralasciare alcun particolare. Amori, morte, disperazione e bellezza nelle parole di "Pippo" che diventa il pericolo da abbattere a tutti i costi.
Dalla pittura, ai racconti, alle opere teatrali, tutto di Pippo Fava è pieno dell'amore per la sua terra. E proprio dopo un anno dall'uscita de I Siciliani, il mensile di denuncia che ha fatto storia nella lotta per la libertà di informazione, il giornalista verrà ucciso con cinque proiettili sparati a sangue freddo da spietati killer che il 5 gennaio del 1984 decisero di soffocare con le armi la voce di colui che non sarebbero mai riusciti a far tacere.
Il fumetto narra l'esperienza di un uomo che affronta a viso aperto, e con la sola forza delle parole, un sistema che nessun altro ebbe il coraggio di denunciare. Nel 1981 Pippo Fava scriveva: "A coloro che stavano intanati, senza il coraggio di impedire la sopraffazione e la violenza, qualcuno disse: 'Il giorno in cui toccherà a voi non riuscirete più a fuggire, né la vostra voce sarà così alta che qualcuno possa venire a salvarvi!".
Palermo, luglio 1992. Sono i giorni della strage di via D'Amelio. "È finito tutto" dice uno scosso Antonino Caponnetto a un giornalista, uscendo dall'obitorio dopo l'ultimo saluto a Paolo Borsellino. Il giudice in pensione, padre del pool antimafia, è l'ambasciatore di un'Italia che non ha più uomini presentabili. "Chi ci difende ora? Dov'è lo Stato?", gli chiedono le persone. Le stesse domande sentite due mesi prima in occasione della morte di Giovanni Falcone.
L'ex Capo Ufficio Istruzione è il simbolo di una città, di un Paese, che si rialza dall'ennesimo schiaffo. Il rammarico per quella frase detta in un momento di sconforto è un motivo in più per farsi coraggio, per riprendere le forze e la speranza, e lavorare sul cambiamento culturale e sulla lotta alla mafia. È l'inizio della primavera palermitana. Nella sua "preghiera laica", al funerale di Borsellino, c'è il progetto dei dieci anni seguenti: Caponnetto diventa il primo rappresentante della società civile, gira l'Italia per testimoniare nelle scuole la sua esperienza e portare avanti le idee dei magistrati uccisi dalla mafia.
Il Rubygate segna la fine di un'epoca. Il "sistema" che le inchieste giudiziarie non sono riuscite a scoperchiare in oltre vent'anni di accuse per evasione fiscale, corruzione, rapporti con la mafia e conflitti di interesse, viene scardinato in una sola notte, la notte della disfatta. Il punto di non ritorno si chiama Karima El Mahroug. Ci sono vittime e carnefici. Ci sono ragazze che si concedono ai desideri del Re. Ci sono personaggi inquietanti che entrano a corte come amici, pur nuotando nel mondo torbido della coca e del denaro facile. Ci sono giornalisti e politici, capi di governo stranieri e manager, impresari discutibili e soubrette arriviste. Nel Rubygate c'è il cuore del berlusconismo e del desiderio di molti. Sesso, potere e delirio di onnipotenza.
"Ma come fai a correre così con quelle gambe corte?"
L'epica narrazione per immagini del piccolo grande atleta Dorando Pietri, che tagliò per primo il traguardo alla maratona dei giochi olimpici di Londra nel 1908, ma sorretto dai giudici di gara perché stremato, e perdendo per questo la medaglia d'oro. La storia del corridore emiliano è delineata tramite un alternarsi di flashback e reminiscenze dal forte valore emotivo, fondamentali per costruire un racconto fluido e vivace, che contribuisce alla resa perfetta di una vicenda di coraggio e predestinazione. Un disegno dai tratti asciutti e precisi fa poi il resto, regalando al lettore tavole che restituiscono tutto il valore e la forza di un personaggio paradigmatico.
Formato: 17X24 Pagine: 96 Colore: b-n Caratteristiche: brossurato, copertina plastificata opaca con bandelle
Dal creatore del commissario Ricciardi, una storia ironica e toccante, incontro delle anime di una città unica: Napoli.
Come raccontare Napoli, attraverso tre storie di Altri. Di coloro cioè che, pur non essendoci più, continuano a popolarla. E così le voci dei protagonisti, le anime, confondono la morte con la vita e si raccontano, nelle loro storie malinconiche e profondamente umane, accomunate dalla condanna della perdita dell'amore.
Un graphic novel emozionante e intenso, tratto dall'opera di Maurizio de Giovanni, autore della fortunata serie de Il commissario Ricciardi, e ispirato alla grande tradizione del teatro di Eduardo De Filippo.