Si tratta di Graphic Journalism, che spazia dal reportage all'articolo di commento su argomenti nazionali e internazionali.Dalla zanzara Zika a Putin, dall'ascesa dei grillini a Parma agli attentatori di Charlie Hebdo, la matita di Costantini cartografa in modo puntuale e senza interferenze gli eventi. Una geografia delle vite, che è appunto una scienza che nasce disegnando il mondo.Pubblicate in riviste internazionali, quotidiani, blog, condivise dagli attivisti per i diritti umani, le storie del disegnatore e attivista ci permettono di ricomporre un mosaico frantumato, rimanendo appunto "fedeli alla linea".
Ci sono ancora frontiere che il romanzo grafico può esplorare? Osman - L'ammaestratore di Istanbul dimostra che l'arte del fumetto ha ancora un ampio margine di generi e modalità narrative da sperimentare. Osman, a metà strada tra il diario di viaggio e il saggio d'arte, è il personaggio attorno al quale ruota la ricerca dei due autori. Egli fu per la cultura ciò che Mustafa Kemal detto Ataturk fu per la politica, ovvero un innovatore assoluto. Primo pittore islamico che ritrasse con modi naturalistici le donne, fu fondatore di musei, archeologo e uomo di cultura. Tuttavia egli non compare nelle storie dell'arte europee. Ha subito una sorta di censura o di omissione involontaria. Questo è il primo libro che racconta in forma di romanzo la storia di questo importante intellettuale Il titolo riprende quello del quadro più famoso di Osman Hamdi, considerato la "Monna Lisa" della pittura turca. La ricerca delle tracce della sua biografia è il tessuto narrativo di questo racconto, che è anche una guida alternativa alla conoscenza di un Paese e di una città, Istanbul, visti con gli occhi di chi osserva questa parte di terra con occhi uno sguardo che pone domande, mentre al confine infuriava l'ultima guerra del Libano.
Nel secondo numero, gli ospiti inconsapevoli delle mappe visive del gruppo coordinato da Gianluca Costantini sono i preraffaelliti. I giovani inglesi insieme a Dante Gabriel Rossetti, figlio di un carbonaro italiano in esilio, crearono in epoca vittoriana un mondo osteggiato dalla critica d'arte tradizionale, fatto non solo di scelte stilistiche, che partivano da una forte consapevolezza del rapporto tra rappresentazione e simbolismo, ma anche di poesia, di letteratura e soprattutto delle vite stesse dei suoi protagonisti. Sulle biografie degli artisti, sul loro essere una geografia sentimentale che spesso ha composto destini intrecciati, si sono concentrati i disegnatori di Giuda. William Morris, che fu intenso artigiano della tappezzeria e socialista della prima ora insieme alla figlia di Marx, lo stesso Rossetti, poeta prima che pittore, dedito al laudano e alle donne, gli artisti e le artiste dell'epoca si incontrano nelle pagine della rivista preavanguardistica Giuda per parlarsi attraverso il linguaggio del fumetto.
Oltre al progetto collettivo sui preraffaelliti, è possibile leggere il secondo episodio di Piccola Gerusalemme (disegno Mennillo, testo Stamboulis) sulla storia e le storie di Salonicco, e di Ernesto (Ciro Fanelli). L'ospite del numero è invece la disegnatrice serbo – canadese Nina Bunjevac con una storia dal forte impatto visivo e di impronta autobiografica sul suicidio del padre.
Formato: 20 x 26,5 cm Pagine: 64 Colore: b-n Caratteristiche: brossurato
CHUCK, IL PERSONAGGIO BANDITO DAL TELEFILM HAPPY DAYS, TORNA E, DALLE PAGINE DI G.I.U.D.A., DIRIGE E ISPIRA UNA SERIE DI NUOVI EPISODI, AMBIENTATI IN UNA MILWAUKEE CHE DA STERILE SET TV, APPARE ORA COME LA CITTÀ DELLA FRAGILITÀ E DEL DISINCANTO.
L'ombra di Chuck Cunningham torna e reclama vendetta sulle pagine del terzo volume di G.I.U.D.A. Ispirati dagli eroi di quella apparentemente innocua mitologia catodica che è Happy Days, i disegnatori di G.I.U.D.A. compongono un mosaico di brevi narrazioni illustrate, dal titolo "Milwaukee mi ha rubato", che smascherano e svelano i tratti nascosti dei protagonisti. Eliminata l'aura sterile della finzione televisiva, i nuovi interpreti della serie tv non vivono più la spensierata quotidianità dell'easy-life americana, ma appaiono come attori di seconda fila, malinconici e crudeli. Spettatori del destino cui vanno incontro Fonzie, Richie, Potsy, Ralph e tutti gli altri sono due indigeniamericani, padre e figlio, eredi della cultura primigenia dell'America, che in un dialogo da teatro dell'assurdo, tra battute sospese e piccoli conflitti domestici, sembrano essere gli unici in grado di poter afferrare il senso della realtà: "Tante cose sembrano non esistere. Ma invece esci, e te le incontri. E ti cambiano la vita", conclude uno dei personaggi.
Completano il volume le incisioni dal forte accento simbolista dell'artista belga Frederic Coche; la terza parte di "Ernesto" storia visionaria disegnata da Ciro Fanelli e il nuovo capitolo di "Piccola Gerusalemme" disegnata da Angelo Mennillo su sceneggiatura di Elettra Stamboulis. Chiude Tracciamenti con la serie di illustrazioni "work-in-fabric".
Formato: 20 x 26,5 cm Pagine: 64 Colore: b-n Caratteristiche: brossurato
DA ALIGHIERO BOETTI AL MULLAH OMAR, ATTRAVERSO LA STRETTA GOLA DEL KHYBER PASS. IL RACCONTO DEGLI AUTORI/DISEGNATORI DI G.I.U.D.A. ATTRAVERSA L' ANTICO PASSO MAI COMPLETAMENTE PACIFICATO SUL CONFINE CHE TAGLIA IN DUE LA TERRA DEI PASHTUN.
Per attraversare la Linea Durand – così è chiamato il confine tra Afghanistan e Pakistan – occorre percorrere la stretta gola del Khyber Pass. È un antico passo disputato, conteso, mai completamente in pace, incorporato in imperi e stati e sempre sfuggito al controllo anche delle massime potenze. Itinerario imprescindibile degli eserciti alla conquista dei tesori dell'Hindustan, cerniera tra le civiltà euro-asiatiche e quella indiana, il Khyber Pass è la via che unisce e divide Kabul e Peshawar. Per raccontarne la storia secolare, i disegnatori e autori di G.I.U.D.A. scelgono di farsi accompagnare lungo la via da Alighiero Boetti, l'artista italiano le cui mappe in forma di arazzo, oggi esposte nei maggiori musei del mondo, furono realizzate dalle ricamatrici di Kabul. Nei giorni immediatamente successivi all'invasione sovietica dell'Afghanistan, Alighiero Boetti è costretto ad abbandonare la capitale afghana per trasferire la produzione degli arazzi oltre confine. Inizia quindi un viaggio durante il quale Boetti non potrà fare a meno di confrontarsi con quel paesaggio aspro e livido che è stato testimone silenzioso della vita di guerrieri, traditori, poeti, di antichi e nuovi profeti. Gli uomini delle tribù patane del Khyber Pass controllano dalle alture il passaggio della lunga colonna di profughi. I fucili non servono solo a fare scena.
Completano il quarto volume, "Antoine Doinel", l'omaggio alla celebre sequenza finale de I 400 Colpi di Francois Truffaut disegnato da Mara Cerri e Magda Guidi e il quarto episodio di "Ernesto", storia allegorica senza lieto fine disegnata da Ciro Fanelli. Concludono il volume il nuovo capitolo di "Piccola Gerusalemme", storia disegnata da Angelo Mennillo su sceneggiatura di Elettra Stamboulis, dedicato alla città di Salonicco, terra di incontri e scontri tra l'oriente e l'occidente, e "Iz Catalog Ex Area" la galleria delle illustrazioni a matita di Liliana Salone, magnifici rebus disegnati da un'immaginazione labirintica.
Formato: 20 x 26,5 cm Pagine: 84 Colore: b-n Caratteristiche: Brossurato
MACCHINA SUPREMA, UN MODERNO MYSTERY PLAY A FUMETTI.
SOSPESA IN ATMOSFERE BIZANTINE FIN-DE-SIÈCLE, LA VICENDA SI SNODA IN UNA SORTA DI FEUILLETON METAFISICO CHE, FRA TEATRALI COLPI DI SCENA E VISIONI MISTICHE, SPROFONDA NELLA FOLLIA E IN UNA BEFFARDA AMBIGUITÀ.
Il nuovo graphic novel di GIUDA Edizioni è un fascinoso volume firmato da Gianluca Costantini, Pasquale "Squaz" Todisco, Armin Barducci, su sceneggiatura di Giovanni Barbieri. I tre autori diversissimi tra loro nello stile grafico, mettono il loro segno al servizio di una vicenda in cui si esplora proprio la ricerca del significato e del senso nei segni e nelle cose, in una rilettura psicanalitica dei mystery play medievali.
Nell'originale plot di Giovanni Barbieri gli ingredienti ci sono tutti: l'abbandono, il ritorno, le strane alchimie del sogno che diventa vita, la vita che diviene sogno, specchi che si infrangono e fanno emergere disegni più reali della realtà. Questo materiale evocativo è tenuto insieme coerentemente dalla presenza di vari livelli linguistici e narrativi.
La vicenda vede il protagonista Milos alla ricerca di un'unica legge suprema per la lettura del mondo. Insegue un ordine supremo, una via di cui non intravediamo i confini, ma che rimanda alle ricerche olistiche e assolute. Ma in questa storia di assoluto sembra esserci solo l'amore, che abbandona, illude, ritorna e si nasconde. E porta a follie perpetue o intermittenti. Di cui vediamo i segni sui muri e sui corpi. Un romanzo romantico, che si compone di diversi stili perché è composto di diverse materie, che solo prendendo forma rappresentata in diversi registri visivi poteva trovare completezza.
Citando Erasmo, Elettra Stamboulis nella postfazione-bugiardino avverte i lettori che Macchina Suprema non è un libro "per le scimmie ammantate di porpora o gli asini vestiti con la pelle del leone, ma per gli arcifolli guardatori, per coloro che sanno che la stessa vita si deve alla medesima dea, Follia".
Uomo avvisato…