"Karim ha 22 anni e una cattiva reputazione. Si racconta che guadagni delle fortune giocando a carte, che venda droga, che abbia l'aids ... ma che nessuna donna gli resista; e che lui vada a letto con le piu' ricche per soldi". Cosi' comincia un epopea, un road movie a fumetti. Vero e proprio romanzo picaresco che ha consacrato Baru, il suo autore italo-francese come una delle star del mercato d'oltralpe. Il racconto mozzafiato di una fuga rocambolesca sull'asfalto rovente dell'autostrada del sole francese. Una fuga verso la liberta' cominciata a cavallo di una vespa. Un vero e proprio romanzo a fumetti: pubblicato in origine sulle pagine di "Comic Morning" la celebre rivista giapponese edita da Kodansha (1.200.000 copie vendute ogni settimana) e poi uscito finalmente anche in Francia ottenendo un successo formidabile di critica e pubblico. Premiato con il Prix Alfred di Angouleme nel 1998, e premiato ancora dal premio dei librai e da quello dei lettori lo stesso anno. La Coconino Press e' lieta di pubblicare, per la prima volta in Italia i racconti a fumetti di Baru. La storia si snoda in due volumi dal ritmo inarrestabile, scanditi come una rock song, per un totale di oltre quattrocento pagine.
Slimane è un giovane africano clandestino. È arrivato in Francia con un sogno in testa: mettere a frutto il suo talento e giocare a calcio in una squadra di professionisti. Ma il destino lo porta ad incrociare la strada di una banda di squinternati gangster, più maldestri che veramente "duri". Di mezzo c'è il progetto del colpo della vita: una rapina milionaria a un furgone portavalori. Ma il caso e la stupidità umana ci metteranno lo zampino...
In questo nuovo graphic novel, in uscita in contemporanea con l'edizione francese, Baru propone il suo caratteristico mix di temi e linguaggi tra il grottesco, il noir e la critica sociale. La storia di Slimane, clandestino che deve continuamente nascondersi per sfuggire al rimpatrio, è una riflessione ironica e amara sulla condizione degli immigrati. Ma nel ritratto della rocambolesca banda di criminali c'è anche un divertito e divertente omaggio alla commedia francese anni 60 e 70, ai film polizieschi e alle loro parodie del regista George Lautner con attori come Lino Ventura e Bernard Blier. Un tributo al "polar" d'annata, che ricorda anche nei personaggi e nella trama certe sgangherate atmosfere del cinema dei fratelli Coen. Un Baru dallo sguardo più leggero, ma come sempre incisivo nel raccontare i piccoli criminali, i reietti e gli emarginati delle periferie.
Nuovo feroce affresco a opera di uno dei maestri più celebrati del fumetto d'oltralpe, questa volta in coppia con un romanziere fuoriclasse. In un borgo di provincia un alunno della scuola locale scompare nel nulla. Scattano le ricerche del ragazzo e i sospetti cadono su due personaggi poco raccomandabili. Ma come spesso accade, la verità è più imprevedibile di ogni immaginazione.
In Verso l'America (titolo originale Le Chemin de l'Amérique) Baru ci porta nel 1958 sulle orme del giovane Said Boudiaf, pugile di gran talento che lascia la natìa Algeria per cercare fortuna a Parigi. Ma la Storia con la S maiuscola non si dimenticherà di lui, costringendolo a una drammatica scelta: sostenere l'FLN (il Fronte di Liberazione Nazionale algerino) o rinnegare le sue origini e la sua gente... Said scoprirà sulla sua pelle che nella vita ci sono dei match che possono essere formati da round che non finiscono mai.
Gli autori: Ancora un'opera straordinaria dell'italo francese Baru (Hervé Baruléa), nato nel 1947 in Francia, da padre emigrante italiano e da madre bretone. Arrivato tardi ai fumetti, nel 1975, ma dotato di forte talento narrativo e segno potente, già con la sua opera prima Quéquette blues (1984), Baru aveva ricevuto l'Alph'art, prestigioso premio del Festival di Angouleme, mentre con la produzione successiva ha raccolto una serie di riconoscimenti ufficiali che ne hanno consolidato la fama di grande narratore, fra cui il premio come miglior autore straniero nell'ultima edizione di Lucca Comics, a conferma della fortuna anche italiana dell'autore de L'Autoroute du Soleil, che in Verso l'America è supportato nella meticolosa sceneggiatura dalla precisione storica di Jean-Marc Thévenet.
Anni Cinquanta. La cittadina di Sainte-Claire è divisa in due quartieri in cui i ragazzini non smettono un solo secondo di azzuffarsi: se le danno di santa ragione, oppure regolano i conti al pallone, nel campetto comune, stimolando una profonda riflessione sulla vita sociale e sulla lotta di classe. Questa volta tutto si gioca con un calcio di rigore, che potrebbe valere addirittura la leadership tra i piccoli.
Ritornano i ragazzini di Sainte-Claire con un nuovo dilemma: la maggior parte di loro non vuole più Jeannot come capo, e si fa a gran voce il nome di Igor! Ma ci sono delle regole, e bisogna rispettarle! Il capo dei grandi propone allora alcune prove per decidere tra i due rivali. Come se non bastasse, a complicare la vita ai nostri giovani eroi ci si mettono pure gli adulti, ormai insofferenti alle guerre tra i loro figli.
Questa volta l'attenzione dei ragazzi di Sainte-Claire è rivolta al lancio nello spazio del primo satellite sovietico, lo Sputnik. Perché non costruire loro stessi un razzo? Igor e i suoi amici si mettono subito alla ricerca dei vari materiali. Anche perché possono contare sul nuovo compagno Levchenko. La Guerra dei bottoni, filtrata attraverso l'umorismo di Don Camillo e Peponne. Incantevoli i disegni e i colori.
I ragazzi di Sainte-Claire hanno rivali tosti, che sono riusciti a strappare loro il cumulo della miniera. D'altra parte,come difenfersi dai figli dei ricchi minatori, armati di carabine automatiche dai pallini micidiali, combattendo con semplici archi di legno? Quelli di sopra e quelli di sotto, figli di operai non hanno soldi, specialmente ora che la fabbrica sta per chiudere e l'intero personale è in sciopero. Servirebbe un'idea.... e magari un nuovo capo! Approfittando della vigliaccheria di Jeannot, Igor si ritrova a guidare i piccoli, ma ha troppi pensieri per la testa, a cominciare dalla scomparsa di Leila, che potrebbe essere stata venduta in matrimonio contro la sua volontà... La Guerra dei bottoni di Baru giunge qui al suo commovente epilogo.
Sainte-Claire, 1957. La tensione monta tra la banda dei testa di lardo
e quella dei testa di cane. Una volta ancora le due bande di ragazzini
si affrontano per il controllo del confne tra i loro territori, terreno di
gioco preferito di tutti i bambini della zona. Al margine di questa zuffa
infantile, accanita ma senza odio, si svolgono ben altri scontri, più carichi
di conseguenze: echi della violenza del confitto algerino arrivano alla
piccola città proletaria mentre gli operai in sciopero occupano per
protesta la fabbrica vicina. Cronaca di un'epoca di mezzo in cui la Storia
e la realtà irrompono senza riguardi al cuore dei riti e dell'immaginario
dell'infanzia. Gli anni dello Sputnik di Baru è una toccante storia di
formazione e di preparazione alla realtà disincantata del mondo.
André e Edith si sono conosciuti allora, nei giorni seguiti al turbinìo del
maggio '68, all'epoca del Rock'n Roll, dell'Agit Prop, dei militanti e dei
compagni. Col fdo Jack Kerouac in tasca hanno portato la loro giovinezza
lungo tante strade diverse, nessuna delle quali giungeva a Katmandu. Finché
un giorno hanno messo da parte i sacchi a pelo e si sono sposati. Solo che
oggi, venticinque anni dopo, Edith se n'è andata. Da sola.
Allora André ha fatto l'unica cosa che potesse: ha ritirato fuori il sacco a pelo
ed è andato a cercarla sulle strade che avevano percorso insieme.
On the road again…