Questo libro analizza, pur nella sintesi, la sua vita artistica e mette in risalto le sue più grandi intuizioni. Intrattenimento, didattica e graphic novel sono i tre principali campi di applicazione nei quali Eisner ha lasciato il segno, e in un quarto, la saggistica, egli si è rivelato divulgatore geniale nel porre in primo piano il punto di vista dell'autore di fumetti nell'analisi del medium. Il maggiore contributo artistico di Will Eisner, al di là degli indiscussi meriti come narratore grafico, è quello di aver saputo sfruttare tutte le enormi possibilità comunicative dell'arte sequenziale, utilizzando le tavole disegnate come malleabile luogo di ardite sperimentazioni visive e, in particolare dalla fine degli anni Settanta a oggi, per narrare le più varie sfumature dell'animo umano. Il suo ultimo capolavoro, The Plot: the Secret Story of the Protocols of the Elders of Zion, esce postumo nell'anno della sua morte ed è indice di come l'influenza di Eisner sul fumetto persisterà ancora a lungo negli anni a venire.
«Chi vuol fare del fumetto la sua vita deve conoscere Will Eisner, anche superficialmente, anche solo per sentito dire. Chi non conosce il fumetto ha bisogno di Will Eisner per capirne i suoi elementi, le sue potenzialità e la sua storia. Tutti dobbiamo qualcosa a Mr. Eisner e alla fine di questo libro, se già non lo pensate, ne sarete convinti anche voi».
Sono passati ormai vent'anni da quando il fumetto americano mainstream cambiò radicalmente faccia, rinnovando approccio e direzione, a opera di un manipolo di autori di eccezionale talento.
Frank Miller fu il primo alfiere del movimento, datando marzo 1986 l'esordio della miniserie/evento Batman: The Dark Knight Returns, in anticipo di qualche mese sull'altra grande opera di svolta degli anni Ottanta, Watchmen dell'inglese Alan Moore.
L'unico dei grandi rinnovatori che fosse realmente statunitense di nascita e all american di indole e formazione, il solo che nascesse come disegnatore prima che come sceneggiatore, Frank Miller e il suo influsso grafico e letterario non avrebbero in seguito più smesso di contaminare fumetto, cinema e immaginario visivo, creando una nuova estetica fondata su radici antiche e sempre vive: cinema noir, narrativa pulp estetizzata, espressionismo.
L'uscita della versione filmica di Sin City, la saga hard boiled destinata a diventare la sua opera più rappresentativa, ci offre il destro per operare un rapido consuntivo di Frank Miller e dei suoi due decenni di carriera al vertice, passati a tracciare segni inconfondibilmente cinematografici, per tentare poi di farli approdare sul grande schermo, mai fino a oggi con esiti che risultassero all'altezza.
Ma ora, con l'aiuto del regista Robert Rodriguez, allievo di quel Quentin Tarantino che negli anni Novanta per scuotere il cinema a stelle e strisce aveva usato, fra le altre, anche l'ispirazione milleriana, la luce tagliente e le ombre assolute di Frank Miller sono finalmente tornate al luogo da dove provenivano.
Created by. Il nuovo impero americano delle serie Tv: Buffy, C.S.I., Alias e tutte le altre è il nuovo saggio di Mario A. Rumor, autore già conosciuto dai lettori della Tunué per il saggio
Chi dice di non aver mai seguito una serie televisiva in vita sua è un bugiardo: la scatola elettronica che da sempre ci tiene compagnia è il contenitore per eccellenza di questa forma d'intrattenimento.
Le tv series le abbiamo sempre a portata di sguardo: più sono appassionanti e riuscite, più lo spettatore sarà disposto a lasciarsi inghiottire da esse. E il caso vuole che i serial americani siano immancabilmente i più seguiti, quelli meglio realizzati, più costosi e con cast sempre più spesso hollywoodiani: impossibile resistere, impossibile non parlarne.
Come intende fare questo piccolo libro, che nelle sue agili cento pagine prova a riflettere sul fenomeno.
Impreziosito da uno scritto di Franco La Polla, Created by prende in esame il decennio a noi più vicino, perché esso contiene un vero e proprio rinascimento delle serie televisive statunitensi, una rinascita che sembra aver messo radici anche nella coscienza «cultuale» degli spettatori italiani. E per distinguersi dalle altre pubblicazioni in materia Created by ha scelto di non soffermarsi direttamente sui vari generi ma di acchiappare al volo categorie di pensiero (adolescenti, avvocati, uomini, donne…) nella speranza di carpire i segreti di un cinema in miniatura che sembra non avere mai fine. Almeno fino alla prossima puntata.
Riportato oggi sul grande schermo da Peter Jackson (Il signore degli anelli), King Kong in realtà nacque più di settant'anni fa dalla fantasia dei registi-avventurieri Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack e si impose subito come icona nell'immaginario collettivo a partire dalla sua prima, leggendaria apparizione cinematografica nel lontano 1932.
Tutt'altro che semplice creatura fantastica, King Kong è in realtà una complessa allegoria del nostro tempo, dove l'Uomo è diviso fra il sogno di fondersi con la Natura e la spinta a dominarla in nome della «civiltà».
Kong è l'incarnazione delle nostre pulsioni più profonde, troppo spesso censurate: il desiderio, la volontà di potenza, il sesso. Ma nonostante la sua ribellione nei confronti del mondo moderno, egli rimane innocente e la sua sconfitta finale ha più i toni ineluttabili della tragedia che quelli celebrativi del trionfo della ragione sull'istinto. Primo vero protagonista non «reale» della storia del cinema, mosso in stop motion dal leggendario animatore Willis O'Brien, King Kong dunque non è solo un «effetto speciale» che prefiguta le odierne meraviglie digitali, ma un vero e proprio manifesto di poetica.
Giovanni Russo opera una completa ricognizione dell'epopea «konghiana» dalle origini a oggi, attraverso tutti i film, le vicissitudini produttive e la ricca simbologia che stanno dietro a questo poderoso mito della modernità.
Autore simbolo del «Rinascimento Americano», Alan Moore è colui che ha saputo ideare e realizzare, con grande creatività, lucidità e coerenza, quella trasformazione capace di rendere adulti e stimolanti i vecchi eroi ingenui delle pubblicazioni mainstream. Dal 1984, quando i primi numeri del suo Swamp Thing hanno mostrato una via inedita e sorprendente alla narrazione sequenziale, fino alla miniserie-capolavoro Watchmen, Moore è stato in grado di parlarci, con lo stile di un eccentrico sognatore, di storia, politica, magia, amore, ma soprattutto degli orrori e delle meraviglie dell'animo umano.
Come afferma l'autore, Gianluca Aicardi:
«Moore, al di là del merito delle sue opere, che hanno comunque segnato e influenzato la storia recente del fumetto, rappresenta la più completa e inattaccabile espressione di quel complesso e delicato equilibrio che dovrebbe sempre venire a crearsi fra gli elementi fondanti dell'arte sequenziale, parole e immagini, se si vuole generare un esito efficace e memorabile».
Il nuovo saggio M for Moore rappresenta la perfetta occasione per ripercorrere la carriera di uno dei più stimati e celebrati creatori del fumetto mondiale, dagli esordi sulle storiche riviste britanniche, culminati nella citata serie appena trasposta sullo schermo, al revisionismo supereroistico attuato per la Dc Comics, fino alle più recenti opere personali intrise di misticismo e spirito visionario, come il complesso From Hell, viaggio nella psiche di Jack lo Squartatore che ha richiesto un decennio di lavoro, e l'affascinante Promethea, realizzato per la divisione editoriale che lo stesso Moore ha diretto negli ultimi sei anni.
La Pixar, forte dei tre miliardi di dollari finora incassati dai suoi primi sei lungometraggi e dei sette miliardi e mezzo che la Disney ha dovuto sborsare per portare a termine la clamorosa acquisizione, appare oggi serenamente lanciata verso un futuro in cui l'animazione digitale in 3D, che in breve tempo è passata da curiosità estetica a strumento insostituibile in ogni branca dei media cinematici, sarà chiamata a raggiungere il suo massimo punto di evoluzione tecnica, fino a convogliare le proprie istanze innovatrici in nuove direzioni.
Qualunque cosa riserverà la prossima tappa di sviluppo dell'ultima nata fra le tecniche dell'animazione, una cosa è certa: la Pixar sarà ancora in prima fila, sfidando le numerose concorrenti che sono sorte sulla sua scia e offrendo nuove prove del suo cinema che, fatto assai raro nell'entertainment contemporaneo, riesce a coniugare spettacolo e intelligenza, unendo il fascino forse effimero delle tecnologie digitali con i solidi espedienti dell'animazione disneyana classica e l'universo concettuale dei pupazzi tridimensionali, grazie all'apporto artistico di alcuni dei migliori animatori e registi attualmente in attività sulla scena americana.
Taniguchi è un autore eclettico, famoso per il suo tratto così delicato e preciso e per le sue storie spesso pacate, poetiche e dalle atmosfere malinconiche, ma anche per il suo impegno in fumetti d'azione, ambientati nell'avventuroso passato del Giappone, e in opere di respiro storico che gli hanno valso numerosi premi.
Conosciuto in Italia per racconti come L'uomo che cammina, Allevare un cane e L'olmo, Taniguchi può essere definito come il più europeo dei fumettisti giapponesi, ma questo libro rende giustizia alla sua completezza autoriale con una disamina approfondita di tutte le sue storie.
Il lavoro di Grilli è uno strumento fondamentale per il lettore italiano di fumetti, che sia o meno appassionato di manga, perché l'opera di Taniguchi è patrimonio comune per tutte le persone di cultura.
Le animated sit-com sono un ibrido televisivo e, come tutti gli «incroci» (si pensi al fumetto), ha preso il meglio dei genitori: la potenza d'impatto del medium televisivo, l'esuberanza senza limiti dell'animazione e la scioltezza verbale dell'umorismo radiofonico.
Negli anni Sessanta l'intuizione degli animatori-produttori Hanna e Barbera si rivelò vincente: raccontare, in TV, delle vicende familiari tipiche della sit-com usando alcune delle «follie» visuali consentite dai cartoon: nacquero così Gli Antenati e I Pronipoti, ormai dei classici della televisione per tutte le età. È stato però fra i tardi anni Ottanta e oggi, a partire dai Simpson di Matt Groening, poi con I Griffin e American Dad! di Seth MacFarlane, South Park di Matt Stone e Trey Parker, e più di recente con sit-com per teenager (e non solo) quali Beavis e Butt-Head, Daria e Boondocks, che l'animated sit-com ha spiccato il volo rivelandosi alle vaste platee di mezzo mondo quale coinvolgente fenomeno televisivo che riunisce di fronte al video più generazioni.
In questo volumetto, scritto con un taglio di grande efficacia comunicativa, Davide Caci percorre con e per il lettore la carriera delle animated sit-com passando in rassegna personaggi, ambientazioni, successo, curiosità di tutti i principali protagonisti di questo fortunato «genere» televisivo, per mostrare, in modo inequivocabile, che spesso sotto le mentite spoglie di «un semplice disegno animato» si presentano al nostro sguardo i riflessi sorprendentemente fedeli – al di là della caricatura cartoonesca e degli scenari a volte impossibili – di noi stessi e del nostro mondo.