Pubblicato in ventidue paesi e in tre continenti, pluripremiato, 5 è il numero perfetto è un classico del fumetto moderno, dal quale Igort ha tratto anche un film presentato al festival di Venezia. 5 è il numero perfetto è un noir napoletano che racconta la storia dolente e malinconica del killer in pensione Peppino Lo Cicero, costretto a ritornare sulla scena dopo l'assassinio del figlio Nino.
Alack Sinner, nato dalla collaborazione tra gli argentini José Muñoz e Carlos Sampayo, è un
investigatore coriaceo e disilluso, con una faccia che ha preso molti pugni e un nome che è
tutto un programma: Alack "Sventura" e Sinner "Peccatore".
Le sue storie sono ambientate negli anni Settanta, in una New York scossa dalle tensioni
razziali e dalla guerra del Vietnam.
Hard-boiled politico, segnato dalle tensioni della società contemporanea, Alack Sinner
racconta la corruzione materiale e morale dei ricchi e dei potenti, e la disperazione
malinconica dell'umanità varia e disgraziata – prostitute, drogati, transessuali, sbandati,
rivoluzionari – che abita i bassifondi e frequenta i locali dove si ascoltano il jazz di Coltrane
e la musica di Lou Reed. Il tutto in un bianco e nero denso e netto, senza passaggi di
grigio, cupo come le storie che racconta.
Considerato un classico del fumetto, ha cominciato ad apparire su "Alter Linus" a partire
dal 1975.
JOSÉ MUÑOZ
José Muñoz è uno dei più importanti e talentuosi fumettisti di sempre. Dall'Argentina, dove aveva studiato sotto la guida di grandi maestri
come Alberto Breccia e Hugo Pratt, si trasferì negli anni Settanta in Inghilterra, poi in Spagna e in Italia. Il suo stile, fortemente stilizzato ma
dall'ambientazione realistica, ha avuto una grande influenza sulle generazioni successive di disegnatori. Le "historietas" per Muñoz dovevano
essere un contenitore di riflessioni politiche e filosofiche e trovò in Carlos Sampayo un amico e collega. Da questo celebre sodalizio artistico
sono nati capolavori destinati a fare la storia della nona arte, contraddistinti da una tipica atmosfera poliziesca e noir, da un bianco e nero netto e
dai riferimenti al mondo musicale, soprattutto jazz.
CARLOS SAMPAYO
Nato a Buenos Aires nel 1943, Carlos Sampayo abbandona
l'Argentina negli anni Settanta per ragioni politiche.
In Spagna incontra José Muñoz dando vita a una
collaborazione dalla quale sono nate opere immortali: Alack
Sinner, Sophie e Nel bar (pubblicati in Italia su "Alter" e
"Frigiadaire"). In seguito Sudor Sudaca e, nel 1990, Billie
Holiday, autobiografia romanzata della leggendaria "Lady
Day". L'appassionata e profonda conoscenza della musica
jazz (l'autore è infatti anche giornalista e critico musicale) è
evidente qui come in Fats Waller (realizzato con Igort e da
poco riproposto in una nuova edizione da Oblomov).
Julio Cortázar (1914-1984), è stato protagonista della "stagione sperimentale" del romanzo europeo e sudamericano, molto vicino, negli esiti, al surrealismo e all'idea coeva di "opera aperta". I disegni di Torices ne raccontano l'arrivo in Francia dall'Argentina peronista, la vita a Parigi, la letteratura, l'impegno politico, gli amici, la boxe, il jazz, i viaggi.
Come Cortázar che, all'inizio del racconto, vaga per i vicoli di Lisbona, inseguendo la suggestione di vecchie memorie, così il lettore è guidato verso luoghi sconosciuti e inaspettati.
Marc Torices
Nato a Barcellona nel 1989, Marc Torices è uno degli astri nascenti dell'illustrazione iberica.
Ha collaborato con numerosi periodici indipendenti e il suo lavoro è apparso in pubblicazioni come Nobrow, Quimera e Playground. Cortázar è il suo primo graphic novel.
Jesús Marchamalo
Scrittore e giornalista spagnolo, Jesús Marchamalo è autore di più di dieci libri dedicati ai grandi autori del Novecento e alle loro biblioteche personali, tra cui Cortázar y los libros e Donde se guardan los libros (Nórdica edizioni).
Ha vinto in Spagna prestigiosi premi giornalistici, fra cui il Premio Icaro e il Premio Miguel Delibes.
"Il mondo dei Peanuts è un microcosmo, una piccola
commedia umana sia per il lettore candido che per
quello sofisticato". Così scrisse Umberto Eco nella
prefazione alla prima edizione italiana dei Peanuts. Quasi
settant'anni dopo la loro prima apparizione, siamo ancora
assetati di Peanuts. Perché, per proseguire con le parole di
Eco (traduttore di molte strisce presenti in questa edizione
Oblomov), Schulz mostra chiaramente le nevrosi universali
dell'uomo moderno; ma "all'improvviso, in questa
enciclopedia delle debolezze contemporanee, ci sono (...)
schiarite luminose, variazioni disimpegnate, allegri rondò
dove tutto si pacifica in poche battute. I mostri ritornano
bambini, Schultz diventa solo un poeta dell'infanzia".
Charles Monroe Schulz nasce a Minneapolis, Minnesota, il 26 novembre 1922
e da subito sembra destinato al fumetto. Appena nato uno zio lo soprannomina
Sparky (come il cavallo di "Barney Google", striscia allora popolarissima) ed è con
questo nomignolo che Schulz firmerà i suoi primi lavori. All'età di tredici anni, gli
regalano un cane bianco e nero di nome Spike, buffo e intelligente, il modello
di quello che più tardi sarà Snoopy. Stessa origine pseudo-autobiografica hanno
gli altri personaggi dei Peanuts, destinati a diventare il fumetto più popolare di
sempre. Fra il 1950, anno di pubblicazione della prima striscia, e il 1999 (anno di
ritiro dell'autore, che morirà l'anno successivo) i Peanuts saranno pubblicati su circa
2600 quotidiani e riviste in tutto il mondo.