Il Barbarossa e il Gran Visir trattano Dago come un loro pari. Ed è soprattutto per questo motivo che il coraggioso rinnegato veneziano resta così a lungo al fianco di questi uomini, che non considererà mai alla stregua di veri amici. Amico fedele, invece, è Morte, un alano nero destinato a compiere un bel tratto di strada insieme a Dago, dimostrando ancora una volta come gli animali sappiano sentire e rispettare la vera forza.
Stavolta c'è da combattere per una donna: liberare Roxana - la favorita del Sultano - dalle grinfie del pirata greco Kastriotas. Per farlo, Dago capisce che gli è necessario formare una squadra, come avviene sempre nei film e nei romanzi di genere. E l'azione prevale sulla riflessione e sul senso del viaggio, tematiche preponderanti in una serie sempre in evoluzione come Dago.
A volte, dentro un nome c'è chiuso un destino, che si spiega davanti ai nostri occhi non appena pronunciamo quelle poche lettere che lo compongono. Venezia, Samarcanda e Costantinopoli sono città del cuore e della mente, ma anche deliziose lettere da accorpare e da sussurrare, evocando così avventure sognanti e tracciando la strada che si fa polvere sotto gli stivali di Dago. Un volume denso di viaggi e pieno di occasioni per fantasticare.
Il Beylerbey, titolo onorifico del Barbarossa, è nemico giurato dell'Occidente. La sua strada è destinata a incrociare quella dei più grandi combattenti del Vecchio Continente, tra cui il leggendario Andrea Doria, ma nel suo passato si nasconde un atto di coraggio e di pietà a favore di una misteriosa donna, che - passata a miglior vita - sembra proteggerlo nei momenti più difficili
In un'atmosfera da commedia shakespeariana degli equivoci, Dago si trova di fronte a un enigma morale: un uomo, per quanti empi e spietati siano i suoi comportamenti, può mai arrivare a meritare una giustizia sommaria? Questo interrogativo permea un po' tutta la poetica di Robin Wood, che proprio in questo arco narrativo comincia la sua collaborazione col grande Carlos Gomez, degnissimo erede del Maestro Salinas.
Omero è un cantastorie, come il nome impone per diritto quasi divino. Ed è cieco, poiché non sa leggere. Ma ama le donne, l'avventura e il buon vino: ottimi elementi, questi, per diventare amico di Dago. Robin Wood ci presenta ancora una volta un'Europa bruciata dalle fiamme della guerra, ma non dimentica di mostrarci l'inferno delle vite normali, quelle che più ci assomigliano.
Un incontro e un ritorno caratterizzano questo decimo volume: la strada di Dago, più o meno casualmente, incrocia quella di Nostradamus, personaggio incredibile che ha saputo piegare il destino al proprio volere e circondarsi di un alone di mistero ancora ben presente. E il ritorno è quello di Morte, un cane nero come alcune zone dell'animo umano. Inoltre, la bella Margherita D'Angouléme, sorella del Re di Francia, vi dimostrerà come l'amore sia più forte persino del potere imperiale…
Benvenuto Cellini e Giovanni dalle Bande Nere sono stati giganti della Storia, anche se in ambiti molto diversi. Il talento narrativo di Wood riesce a renderli vividi e presenti davanti ai nostri occhi come incarnazioni di sentimenti universali, il tutto grazie alla carica umana che li circonda, evidenziata da quel reagente emozionale che risponde al nome di Dago.